Le prime notizie sull’edificio vengono dal lontano XV sec. quando una leggenda locale tramanda la testimonianza di un’abitazione signorile dalla quale la nobildonna Caterina Pitti fuggì per salvarsi dall’assassinio del marito il conte Guido Guidi della famiglia Guidi di Firenze feudataria di Moncioni dal 1091.
La denominazione di “Villa” risale alla seconda metà del ‘700 rispecchiando le trasformazioni sociali in atto in tutto il territorio italiano. La Villa è il risultato storico del trapasso dal maniero di una dinastia alla poderosa dimora dei suoi discendenti; è in quest’ottica che vanno studiate le fasi di crescita della Villa di Moncioni, paradigma della sintesi del bello e dell’utile, luogo di mediazione nella dialettica fra città e campagna. La Villa apparterrà ad un’altra nobile famiglia dei Mari fino al 1809. Altri proprietari illustri si sono succeduti nella Villa: gli Orsi, i Romanelli e i Galassi che nel 1947 decisero di vendere l’immobile alla famiglia Sassolini che la utilizzò come dimora di villeggiatura.
Chi arriva oggi a Villa Sassolini può notare le particolari decorazioni tutt’oggi mantenute sulle mura esterne della stessa. La particolarità di questi intonaci è costituita dalla realizzazione di un disegno eseguito graffiando l’intonaco con uno strumento (sconosciuto) dotato di una punta metallica. Il disegno realizzato, creato per avere una decorazione stilizzata in armonia con la sobria eleganza dell’edificio, rappresenta una serie di tre linee verticali equidistanti dalle successive tre linee che si sviluppano per tutta l’altezza della facciata seguendo un percorso sinuoso regolato da un ritmo di curve concave e convesse simboleggianti il flusso dell’acqua o del vento. A queste “onde” si sovrappongono dei cerchi graffiati nell’intonaco e rappresentanti probabilmente il sole come buon auspicio per i raccolti.
Questa è la storia di Villa Sassolini, adesso non vi rimane che venirci a trovare!!!